2020 L’anno del Cortese

Il Cortese in Piemonte

In settembre i suoi grappoli inondano di luce le colline piemontesi a sud di Alessandria, da Ovada fino ai Colli Tortonesi, in provincia di Asti sulla sponda destra del Tanaro e di Cuneo, in bassa Valle Belbo. Il Cortese è un vitigno autoctono, una delle tipologie di vino previste dalla denominazione Piemonte DOC: conosciuto anche con i termini dialettali di Corteis, Courteis e Courteisa, predilige i terreni ricchi di sedimenti argillosi che, nell’alternarsi di “terre bianche” e “terre rosse”, esaltano le note fruttate dell’uva

2020 L’anno del Cortese

Il Cortese in Piemonte

In settembre i suoi grappoli inondano di luce le colline piemontesi a sud di Alessandria, da Ovada fino ai Colli Tortonesi, in provincia di Asti sulla sponda destra del Tanaro e di Cuneo, in bassa Valle Belbo. Il Cortese è un vitigno autoctono, una delle tipologie di vino previste dalla denominazione Piemonte DOC: conosciuto anche con i termini dialettali di Corteis, Courteis e Courteisa, predilige i terreni ricchi di sedimenti argillosi che, nell’alternarsi di “terre bianche” e “terre rosse”, esaltano le note fruttate dell’uva

Un po’ di storia

La prima documentazione storica puntuale sul Cortese compare nel 1614 nell’inventario della cantina del castello di Casale Monferrato e nel 1659 viene citato nella corrispondenza tra il castello di Montaldeo e il marchese Doria. Di certo sappiamo che fu vino di corte della nobiltà genovese, cosa che ne incentivò la coltura specializzata, favorita anche dalla benefica vicinanza con il Mar Ligure. Ampiamente coltivato in Piemonte fino a tutto l’800, il Cortese ha vissuto un periodo di oblio dovuto agli effetti distruttivi della fillossera, per poi conoscere una nuova valorizzazione a partire dagli anni Cinquanta del Novecento: un recupero realizzato ad opera dello scrittore, giornalista e regista Mario Soldati nella zona di Gavi. «Un verde, rilassante, dolcissimo crocevia: ecco come vivo io le colline del Gavi… E i suoli: talvolta bianchi, talvolta rossi, in un composito mosaico di complessità trasferita da mani sapienti nei bicchieri di chi, curioso, voglia conoscere il vero protagonista di tutto questo: il Cortese»: scriveva Soldati.

Un po’ di storia

La prima documentazione storica puntuale sul Cortese compare nel 1614 nell’inventario della cantina del castello di Casale Monferrato e nel 1659 viene citato nella corrispondenza tra il castello di Montaldeo e il marchese Doria. Di certo sappiamo che fu vino di corte della nobiltà genovese, cosa che ne incentivò la coltura specializzata, favorita anche dalla benefica vicinanza con il Mar Ligure. Ampiamente coltivato in Piemonte fino a tutto l’800, il Cortese ha vissuto un periodo di oblio dovuto agli effetti distruttivi della fillossera, per poi conoscere una nuova valorizzazione a partire dagli anni Cinquanta del Novecento: un recupero realizzato ad opera dello scrittore, giornalista e regista Mario Soldati nella zona di Gavi. «Un verde, rilassante, dolcissimo crocevia: ecco come vivo io le colline del Gavi… E i suoli: talvolta bianchi, talvolta rossi, in un composito mosaico di complessità trasferita da mani sapienti nei bicchieri di chi, curioso, voglia conoscere il vero protagonista di tutto questo: il Cortese»: scriveva Soldati.

Una terra Cortese

Alte concentrazioni zuccherine, elevata acidità e bassa alcolicità; colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; odore delicato, gradevole, persistente; sapore: fresco, secco, piacevole: il Cortese si esprime in vini morbidi e delicatamente profumati, diversi a seconda della zona di coltivazione, nei vini Gavi o Cortese di Gavi DOCG (100%), Colli Tortonesi Cortese DOC, Cortese dell’Alto Monferrato DOC, Piemonte Cortese DOC, Monferrato Casalese Cortese DOC. Tra le espressioni del vitigno spicca anche la versione “Marengo”, tipologia di nuova introduzione nel disciplinare Piemonte Doc Cortese che identifica i vini spumanti o frizzanti ottenuti da uve Cortese coltivate proprio nel territorio della celebre battaglia di Marengo, conflitto del 1800, che oppose le truppe francesi di Napoleone Bonaparte a quelle austriache. Un territorio molto ampio che si estende nel sud del Piemonte, localizzato tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo. Ottimo come aperitivo, il Cortese si abbina ad antipasti di verdure caldi o freddi, ai piatti di pesce e al sushi, a primi leggeri ed eleganti come i risotti ed è adatto ad accompagnare formaggi a pasta molle e non piccanti.

Una terra Cortese

Alte concentrazioni zuccherine, elevata acidità e bassa alcolicità; colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; odore delicato, gradevole, persistente; sapore: fresco, secco, piacevole: il Cortese si esprime in vini morbidi e delicatamente profumati, diversi a seconda della zona di coltivazione, nei vini Gavi o Cortese di Gavi DOCG (100%), Colli Tortonesi Cortese DOC, Cortese dell’Alto Monferrato DOC, Piemonte Cortese DOC, Monferrato Casalese Cortese DOC. Tra le espressioni del vitigno spicca anche la versione “Marengo”, tipologia di nuova introduzione nel disciplinare Piemonte Doc Cortese che identifica i vini spumanti o frizzanti ottenuti da uve Cortese coltivate proprio nel territorio della celebre battaglia di Marengo, conflitto del 1800, che oppose le truppe francesi di Napoleone Bonaparte a quelle austriache. Un territorio molto ampio che si estende nel sud del Piemonte, localizzato tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo. Ottimo come aperitivo, il Cortese si abbina ad antipasti di verdure caldi o freddi, ai piatti di pesce e al sushi, a primi leggeri ed eleganti come i risotti ed è adatto ad accompagnare formaggi a pasta molle e non piccanti.

Da un vitigno autoctono, grandi vini bianchi

Da un vitigno autoctono, grandi vini bianchi

Il cortese in cucina a 360°

Ricette a cura di Andrea Ribaldone

Il cortese in cucina a 360°

Ricette a cura di Andrea Ribaldone

CARNE CRUDA DI FASSONE PIEMONTESE, FORMAGGETTA DI ROCCAVERANO E NOCCIOLE
Vino in abbinamento: Gavi docg 

Ingredienti

  • 280 gr di fassone piemontese taglio magro
  • 150gr di  formargetta di Roccaverano fresca
  • 150 gr di nocciole tostate
  • Olio, sale, pepe qb

RISOTTO BIANCO E NERO DI SEPPIA
Vino in abbinamento: Cortese Alto Monferrato fermo

Ingredienti

  • 300 gr di riso carnaroli
  • 4 seppie medie
  • 30 ml di nero di seppia
  • 3 scalogni
  • 1 limone
  • 1 lime
  • 80 g di burro
  • 30 g di parmigiano grattugiato
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • olio extravergine di oliva
  • sale qb

SPAGHETTO MILANO
Vino in abbinamento: Colli Tortonesi fermo

Ingredienti

  • 200 gr di Riso Buono (carnaroli)
  • 150 gr di spaghetti o spaghettoni Felicetti (secondo disponibilità di Felicetti)
  • 2 bustine di zafferano
  • 100 gr burro
  • 100 gr di grana Padano grattugiato
  • Sale
  • Pepe

 

Per il ragù di ossobuco

  • 2 fette di ossobuco di manzo
  • 1 carota
  • 1 gambo di sedano
  • 1 cipolla bianca o gialla
  • 200 ml di vino rosso
  • Sale
  • Olio

 

Per la gramolada

  • 2 ciuffi di prezzemolo
  • 1 limone biologico (servirà solo la scorza)
  • 1 arancia biologica (servirà solo la scorza)

ANATRA, ZUCCA E VERMOUTH
Vino in abbinamento: Monferrato Casalese Cortese fermo

Ingredienti
Per l'impasto:

  • 4 petti d’anatra da 220 g
  • ½ l di vermouth
  • 400 g di zucca
  • 1 cucchiaio di pasta di senape

 

Per il chutney:

  • 1 mela cotogna
  • 30 g di cipolla bianca
  • zucchero e aceto a gusto

SEMI E RADICI
Vino in abbinamento: Gavi Spumante Metodo Classico

Ingredienti per le cialde:

  • Sesamo bianco
  • Sesamo nero
  • Semi di girasole decorticati non tostati

 

Ingredienti 2 creme:

  • Caffè solubile
  • Liquirizia in polvere
  • 500 gr di latte
  • 60 gr di zucchero
  • 100 gr di tuorlo d’uovo
  • 2 fogli di colla di pesce

Photo credits Davide Dutto

Photo credits Davide Dutto

Consorzi

Consorzi

CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO

Fondato nel 1946, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha il compito di tutelare e promuovere le sue denominazioni per garantire la loro diffusione e la loro immagine sui mercati nazionali e internazionali, anche attraverso appositi marchi distintivi. Cuore unitario di un territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco, il Consorzio rappresenta il punto di riferimento di una filiera vitivinicola che esprime, con i suoi prodotti, la storia e il valore di una regione unica al mondo. Il supporto fornito alle aziende è mirato a garantire un alto profilo produttivo e qualitativo, ma anche a legare assieme le diverse anime di un territorio a massima vocazione vinicola per promuovere in modo unitario e uniforme tutto il Monferrato. Ottimo come aperitivo, il Cortese si abbina ad antipasti di verdure caldi o freddi, ai piatti di pesce e al sushi, a primi leggeri ed eleganti come i risotti ed è adatto ad accompagnare formaggi a pasta molle e non piccanti.

Fondato nel 1946, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha il compito di tutelare e promuovere le sue denominazioni per garantire la loro diffusione e la loro immagine sui mercati nazionali e internazionali, anche attraverso appositi marchi distintivi. Cuore unitario di un territorio Patrimonio dell’Umanità Unesco, il Consorzio rappresenta il punto di riferimento di una filiera vitivinicola che esprime, con i suoi prodotti, la storia e il valore di una regione unica al mondo. Il supporto fornito alle aziende è mirato a garantire un alto profilo produttivo e qualitativo, ma anche a legare assieme le diverse anime di un territorio a massima vocazione vinicola per promuovere in modo unitario e uniforme tutto il Monferrato. Ottimo come aperitivo, il Cortese si abbina ad antipasti di verdure caldi o freddi, ai piatti di pesce e al sushi, a primi leggeri ed eleganti come i risotti ed è adatto ad accompagnare formaggi a pasta molle e non piccanti.

Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi

Questo vitigno, indigeno della provincia di Alessandria e in passato comunemente chiamato courteisa o courteis, ha trovato zone di elezione nei Colli Tortonesi, ove è allevato sin dalla metà dell’800.
Le dolci ondulazioni sulle sommità delle dorsali tortonesi, caratterizzate da un microclima temperato privo di brusche e forti variazioni, e sempre esposte alla luce, al calore e al colore del sole, ne sono l’ideale collocazione.

Questo vitigno, indigeno della provincia di Alessandria e in passato comunemente chiamato courteisa o courteis, ha trovato zone di elezione nei Colli Tortonesi, ove è allevato sin dalla metà dell’800.
Le dolci ondulazioni sulle sommità delle dorsali tortonesi, caratterizzate da un microclima temperato privo di brusche e forti variazioni, e sempre esposte alla luce, al calore e al colore del sole, ne sono l’ideale collocazione.

Consorzio Tutela del Gavi

Il Gavi Docg è Cortese in purezza, in 4 tipologie, Fermo, Frizzante, Spumante, Riserva. La denominazione estesa su 1600 ettari di rigogliosi vigneti è un habitat unico, frontiera fisica e geologica tra Piemonte e Liguria, dove si incontrano la pianura e la montagna e dove soffia costante il vento dal mare. Grande Bianco Piemontese, il Gavi ha profumi eleganti, gusto fresco e delicato: un vino che non si beve esclusivamente giovane, ma che mantiene inalterate le sue caratteristiche nel tempo, anche dopo anni in bottiglia. Un enorme patrimonio naturale ed enologico tutelato dal 1993 dal Consorzio Tutela del Gavi, erede di una tradizione millenaria e ambasciatore, in Italia e all’estero – con 13 milioni di bottiglie che raggiungono oltre 70 paesi nel mondo – della cultura, della tipicità e della qualità del Cortese, vitigno autoctono.

Il Gavi Docg è Cortese in purezza, in 4 tipologie, Fermo, Frizzante, Spumante, Riserva. La denominazione estesa su 1600 ettari di rigogliosi vigneti è un habitat unico, frontiera fisica e geologica tra Piemonte e Liguria, dove si incontrano la pianura e la montagna e dove soffia costante il vento dal mare. Grande Bianco Piemontese, il Gavi ha profumi eleganti, gusto fresco e delicato: un vino che non si beve esclusivamente giovane, ma che mantiene inalterate le sue caratteristiche nel tempo, anche dopo anni in bottiglia. Un enorme patrimonio naturale ed enologico tutelato dal 1993 dal Consorzio Tutela del Gavi, erede di una tradizione millenaria e ambasciatore, in Italia e all’estero – con 13 milioni di bottiglie che raggiungono oltre 70 paesi nel mondo – della cultura, della tipicità e della qualità del Cortese, vitigno autoctono.

Photo credits Maurizio Ravera

Photo credits Maurizio Ravera